lunedì 28 settembre 2015

SLINKACHU e l'empatia per l'essere umano





Un'umanità rimpicciolita alla misura di un centimetro sopravvive eroicamente alla grande città che la sovrasta, ai suoi rifiuti, alla solitudine, al senso di estraneità che un'esistenza alienante sempre comporta.

"The little people project" inizia nel 2006. L'artista si firma Slinkachu ed è londinese.
Costruisce artigianalmente i suoi personaggi, compone un set (spesso ispirato a dei rifiuti trovati sul luogo), fotografa la scena e poi l'abbandona al suo destino.

Le sue fotografie girano nel web e vengono vendute da una galleria londinese.

Il suo popolo "mignon" c'intenerisce per la sua vulnerabilità e ci sembra così poetico nell'inseguire i suoi fragili sogni... Quasi non ci rendiamo subito conto che quelli lì siamo noi, e i fragili sogni sono i nostri, e così le paure, le solitudini e le situazioni ridicole in cui a volte ci mettiamo...

Slinkachu ci conosce bene perchè è uno di noi, perchè vive in una città come Londra e perchè la sua sensibilità è quella di un artista.

La sua opera ci apre gli occhi su quello che realmente siamo, ma anche il cuore verso i nostri simili.

Quando ci rappresenta in miniatura spesso lo fa con un sorriso ironico, mettendo in luce le nostre debolezze. Ma nel momento in cui ci riconosciamo in quegli "omini" proviamo empatia per il genere umano, un senso di appartenenza alla stessa tribù, di fratellanza... Un sentimento che potrebbe sconfiggere ogni "solitudine", se solo riuscissimo a serbarlo sempre dentro di noi...









sabato 26 settembre 2015

Street art come evoluzione sociale

"Mi è sempre più chiaro che l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento di pochi. L'arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare".
Keith Haring

Personalmente considero la street art un'evoluzione sociale più che una corrente artistica.
L'arte contemporanea è stata gestita da un mercato sempre più elitario e potente, che ha portato in luce pochissimi artisti (spesso sopravvalutati), e lasciato nell'ombra un numero enorme di talenti.

L'arte contemporanea si è spostata sulla strada perché ha riacquistato la sua libertà: libertà di decidere cosa esporre e in che modo, libertà di lavorare in qualsiasi località del pianeta, libertà dai giochi di mercato di galleristi, curatori, collezionisti e critici. L'artista è diventato curatore di sè stesso, cosmopolita, ed è rientrato con gran forza in un ruolo sociale attivo.

L'arte è sulla strada perché tutti possano vederla, perché altri possano aggiungere qualcosa e modificarla.

L'arte è sulla strada per sorprenderci, per strapparci un sorriso o una riflessione, per stimolare un'energia che rompa la monotonia dell'ambiente e il conformismo del pensiero.

L'opera è sulla strada perché l'arte contemporanea oggi, o almeno una parte di essa (per me la più "contemporanea " e la più interessante...) è davvero per tutti.