sabato 26 settembre 2015

Street art come evoluzione sociale

"Mi è sempre più chiaro che l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento di pochi. L'arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare".
Keith Haring

Personalmente considero la street art un'evoluzione sociale più che una corrente artistica.
L'arte contemporanea è stata gestita da un mercato sempre più elitario e potente, che ha portato in luce pochissimi artisti (spesso sopravvalutati), e lasciato nell'ombra un numero enorme di talenti.

L'arte contemporanea si è spostata sulla strada perché ha riacquistato la sua libertà: libertà di decidere cosa esporre e in che modo, libertà di lavorare in qualsiasi località del pianeta, libertà dai giochi di mercato di galleristi, curatori, collezionisti e critici. L'artista è diventato curatore di sè stesso, cosmopolita, ed è rientrato con gran forza in un ruolo sociale attivo.

L'arte è sulla strada perché tutti possano vederla, perché altri possano aggiungere qualcosa e modificarla.

L'arte è sulla strada per sorprenderci, per strapparci un sorriso o una riflessione, per stimolare un'energia che rompa la monotonia dell'ambiente e il conformismo del pensiero.

L'opera è sulla strada perché l'arte contemporanea oggi, o almeno una parte di essa (per me la più "contemporanea " e la più interessante...) è davvero per tutti.






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